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  • Arik Bendaud

Shabat Behar- Behukotai


Accensione Candele e Minha/Kabalat Shabat 19.03

- Shachrit ore 9

-Minha Shabat ore 18.50

- Moze Shabat 20.06


Kiddush Offerto da Rachel Journo e Alessandra in memoria di Dudi Fadloun Journo Bat Lisa Z"L.


Lettura capitolo 5, Pirke Avot dopo Minha Shabat con Andrea Caviglia.


-Si consiglia lettura Shemà prima di Shahrit - "Zman Kriat Shema" entro 9.13


Chi vuole aiutare le famiglie colpite dalla tragedia di Meron puo' inviare a David Bedussa offerte tramite Bit/Paybox o contanti. Telefono: 050-7110993


KOLEL: Siamo ripartiti alla grande con 4 serate di studio a settimana. Interessati ad unirvi, contattare il nostro Rosh Kolel - Edoardo David Galliani.


Ricordiamo che il nostro tempio funziona in base alle regole del Tav Yarok. Si prega di mandare il certificato.


Shabat Shalom



Commento sulla Parasha a cura di Raphael Barki:


Perché la Torah è stata donata al popolo ebraico solo dopo 50 giorni e non immediatamente, al momento dell’uscita dall’Egitto? Per creare un senso di subordinazione e di dipendenza totale dal Redentore, innescando così la fede, che è un prerequisito imprescindibile, certamente non intelligibile, per ricevere ed accettare le mitzvot. Rashì si chiede (Lev. 25:1): per quale motivo a rappresentare le mitzvot date in blocco sul monte Sinai (BeHar Sinai) c’è proprio quella dell’anno sabbatico? Perché questo precetto è legato alla Terra di Israele e il diritto alla Terra, il suo possesso, sono vincolati all’osservanza della Torà, come è scritto (Lev. 25:18-19): “metterete in pratica i miei statuti, osserverete le mie leggi e le applicherete e risiederete sulla terra con sicurezza. La terra darà il suo prodotto, mangerete a sazietà e risiederete su di essa con sicurezza.” La Torà si rivolge al popolo di Israele e sembra dirci quanto la storia ci dimostra e cioè che solo quando gli ebrei risiedono nella terra di Israele questa può dare i suoi frutti, sotto certe condizioni. Viene ripetuta per ben due volte la combinazione “vi-yshavtem … la-vetach” ( = risiederete … con sicurezza) come per sottolineare l’importanza della fede. Il Meshekh Chokhmà (opera completata circa vent’anni prima della rinascita dello stato di Israele) spiega che questa ripetizione è legata ai due fattori che alimentano l’ostilità nei confronti degli ebrei in Israele da parte di altre nazioni: 1) la religione particolare che li contraddistingue; 2) la ricchezza e il benessere, che sono fonte di invidia. Sappiamo purtroppo che questa ostilità potrebbe diventare distruttiva se non ci fossero le garanzie appena menzionate. La fede in D-o e l’osservanza dei Suoi precetti da parte degli ebrei fanno sì che “‘ezram u-magghinam Hù” – Lui sia per loro di aiuto e scudo (Salmi 115:10). Forti del nostro credo, non dobbiamo temere di affrontare il “costo” dell’osservanza delle mitzvot come, ad esempio, il mancato profitto derivante dal divieto di coltivare la terra ogni sette anni, durante l’anno sabbatico. Non è necessario esagerare per emergere. D’altra parte il Sinai è stato scelto per il Matan Torah proprio perché è più basso degli altri monti. Per lo stesso motivo la Torà viene paragonata all’acqua: scende e si deposita alla base.





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