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Arik Bendaud

Shabat Naso



  • Accensione Candele, Minha/Kabalat Shabat 19.13

  • Shachrit ore 9

  • Minha Shabat ore 19

  • Moze Shabat 20.18


Seudat Shlishit con commenti su Parashat Hashavua alle ore 19.20 circa


Si consiglia lettura Shemà prima di Shahrit - "Zman Kriat Shema" entro 9.08.


In caso di sirene, il rifugio del nostro tempio si trova al piano -1, accessibile scendendo dalle scale interne.


Le ATTIVITA' PER BAMBINI di Shabat mattina sono riprese.


KOLLEL: Il Kolel e' ripartito nel nostro tempio nei giorni Domenica, Martedi e Mercoledi dalle ore 20. Interessati ad avere ad avere un Avrech solo per voi? Contattate Edoardo 053-2240965. Il ristorante Pankina offre la pasta a chi viene a studiare.


Ricordiamo che il nostro tempio funziona in base alle regole del Tav Yarok. Si prega di mandare il certificato.


Per supportare il nostro minian clicca qui

Shabat Shalom


Sette forme di beatitudine

a cura di Raphael Barki


Il brano settimanale di Nasò, che è in assoluto il più lungo della Torah, contiene la benedizione dei sacerdoti, la Birkat Cohanim (Deut. 6:24-26). I Cohanim canalizzano la benedizione che l’Eterno elargisce a ciascuno. Ogni destinatario ha l’opportunità anzi la mitzvah di accettarla. In tre versetti ritroviamo sette categorie di benedizioni, applicabili sia alla sfera materiale che a quella spirituale. Ogni passaggio allude ad una (o due) delle sette forme di beatitudine (“osher”) esistenti (Chesed LeAvraham – Azulai, 2:63): 1) yevarekhehà (= ti benedica) si riferisce alla chokhmà (= saggezza – di fare le giuste scelte) che fa fiorire il nostro patrimonio ed aumentare i meriti; 2) ve-yishmerekha ( = e ti conservi) sono i figli ma anche le conseguenze delle nostre scelte affinchè possano durare; 3) yaer (= illumini) s’intende la luce della vita, la buona salute, fisica e mentale; 4) vi-yichunnekka ( = e ti renda gradevole – nei confronti degli altri e di D-o); 5) yissà (= dia portamento – cioé disponibilità di risorse, ricchezza = ‘osher); 6) panav (= il Suo volto) significa che le cose funzionino come si deve e che la nostra voce venga ascoltata, anche dagli altri (= memshalà); 7) shalom ( = pace). È auspicabile ascoltare (o recitare) la Birkat Cohanim associando ogni passaggio alla sua giusta dimensione interpretativa affinchè la benedizione si possa realizzare nella bontà assoluta del Signore. Tutta la benedizione è espressa al singolare anche se viene introdotta al plurale (“così benedirete i figli di Israele dicendo loro” – loro non lui). Una spiegazione è che per ricevere una benedizione bisogna essere uniti. Un altro motivo è che l’impatto benefico può dipendere dal momento e dal luogo ma soprattutto dalla persona, come ad esempio la pioggia, o il cambio di valuta che può favorire l’importazione ma compromettere l’esportazione e viceversa.

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